Il grano Tagarong o arnautka o gornovka o beloturca o kubanka (in russo таганрогская пшеница?) (Triticum turgidum subsp. durum) è un grano duro russo scomparso che prende il nome dall'omonima città portuale di Taganrog, nella regione di Rostov, nella Russia meridionale.
Storia
Scambi tra l'Italia e la Russia sono noti sin dall'epoca bizantina; è noto che nel 1247 negozianti genovesi importavano dal porto di Tana (oggi Azov) grano saraceno, frumento, pesce salato e caviale. Nel XV secolo commercianti veneziani portavano dalla regione del Don frumento, pane, pesce di acqua dolce e cera.
Fino alla rivoluzione d'ottobre il grano Taganrog è stato il grano duro per eccellenza della Russia e veniva spedito dal porto dell'omonima città sul mar d'Azov.
Nel 1830 il grano Taganrog veniva importato durante il regno borbonico, che era essenzialmente agricolo e, perciò, scoraggiava l’importazione di grano. I pastai, però, avevano sempre sostenuto di non poter produrre buona pasta senza il grano russo della città di Taganrog. Non essendo accettabile per i governanti un peggioramento della qualità della pasta, l'importazione del grano russo continuò ad essere consentita, anche se i coltivatori del Regno di Napoli spesso non trovavano sbocchi per il loro grano. Il Taganrog era comunque il miglior grano duro per la pastificazione.
Alla fine dell'800 dai porti di Rostov, Taganrog, Azov, Novorossijsk, Ejsk e Mariupol' (tutti sul mar d'Azov) venivano esportati grandissimi volumi del grano nei Paesi del mar Mediterraneo (soprattutto l'Italia, in virtù di un accordo commerciale del 1863, ma anche Francia, Grecia e Spagna). In Italia il volume del frumento importato dalla Russia arrivava all'89,5% del totale delle importazioni di grano; la quota rimanente era importata dalla Romania e dagli Stati Uniti. Con la fine della prima guerra mondiale in Russia, nel 1917, questo flusso di merci terminò.
Successivamente il grano duro in tutta la Russia fu sostituito dal più produttivo grano tenero (besostoja, rostovčanka, mironovskaja 808 ed altri tipi).
Caratteristiche
Il genetista Francesco D'Amato (1916-1998), ha sostenuto l'ipotesi che il grano Russello derivasse dal grano Taganrog; oggi questa ipotesi è stata esclusa. Il Taganrog differisce biomorfologicamente dal Russello cui è stato asimilato.
Emanuele De Cillis (1964) lo segnala come unico appartenente alla sezione europea, diffusa nei Balcani, nella Russia sud-occidentale, nell’Anatolia e successivamente nel Nord America.
Il grano Taganrog è un grano primaverile con elevata resistenza al glutine; molto apprezzato in Italia per la qualità della pasta che si produceva da esso miscelato con varietà italiane, spesso con il grano Saragolla. Secondo il ricordo di Vincenzo Agnesi il Taganrog aveva il 17% di glutine sul secco e circa il 20% di sostanze azotate totali.
Il Taganrog moderno, in Russia, ha una maturazione di 77-86 giorni, una resa di 5,22 ton. x ha, ha un'altezza di 85-90 cm.
Il grano Taganrog è una varietà con spighe rosse e foglie nere, con rivestimento blu-nerastro, spighette con 3-4 grani. Le ariste sono nere e blu alla base, rossastre in punta. La paglia è rosso chiaro, lunga, piena di midollo; la cariosside è biancastra, vetrosa, grande, dalla buccia sottile.
La varietà di grano antico Taganrog russo è in realtà un insieme di varietà diverse della regione del Don e del Volga. Nel 1901 alcune di esse erano note come Kubanka, Pererodka, Gharnovka gialla, Gharnovka, Don nero (Black Don), Beloturka, Sarui-bugda e Velvet Don.
L'Istituto federale russo di ricerca sulla genetica delle piante «N. Vavilov» avrebbe riscoperto un grano chiamato «Taganrog's Arnautics» in un fondo di magazzino classificato come n. 25377, possibile superstite del Taganrog estinto.
Curiosità
Sin dal 1815 molte navi greche con mercanti e armatori greci operavano sul trasporto del grano Taganrog diventando i principali fornitori di grano della Gran Bretagna. I cereali insieme a prodotti sfusi provenienti dalla Russia rappresentavano circa l’80% del tonnellaggio in entrata nei porti inglesi, in particolare dopo il 1870. Dal 1890 si ebbe un calo nelle esportazioni di grano russo verso la Gran Bretagna e un aumento delle esportazioni di grano russo verso Olanda, Italia e Germania. Le esportazioni verso la Francia rimasero più o meno le stesse fino alla vigilia della prima guerra mondiale.
Dal 1840 a Rostov le Flotte Riunite Florio agivano con la «Società commerciale Florio».
Note
Annotazioni
Fonti
Bibliografia
- Herlihy, Patricia, “Russian Wheat and the Port of Livorno, 1794-1865’, Journal of European Economic History, no. 5, 1976.
- V.A. Solotov. Esportazione del grano attraverso I porti dei Mari Nero e d’Azov negli anni 1860 — 1890. Casa editrice RGU, 1966.
- I.I. Kaufman Informazione sul commercio internazionale cerealicolo. Italia. Esportazione ed importazione dei prodotti principali di agricoltura nel arco degli anni 1884-1910.
- Giorgio Doria, Debiti e navi. La compagnia di Rubattino 1839-1881, Genova, Marietti, 1990.
- Paolo Piccione, Le navi dei Florio. Storia delle attività armatoriali 1840-1931, Palermo, Nuova Ipsa Editore, 2018.
- Salvatore Requirez, Storia dei Florio, Palermo, Flaccovio Editore, 2007.
- L. Scavino, Sailing Shipping and Maritime Labor in Camogli (1815—1914): Floating Communities in the Global World, Brill's Studies in Maritime History, Brill, 2022, ISBN 978-90-04-51408-9. URL consultato il 14 maggio 2024.
Voci correlate
- Sementi elette
- Relazioni bilaterali tra Italia e Russia
- Tassonomia del grano
- Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura
- Triticum
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Taganrog (grano)
Collegamenti esterni
- Black Sea port, Czarist Russia, Azov Sea, su Encyclopedia Britannica, 20 luglio 1998. URL consultato il 14 maggio 2024.
- Paolo Alberto Valenti, La ricchezza del grano perduto con la guerra, su euronews, 21 marzo 2022. URL consultato il 14 maggio 2024.
- (RU) Всероссийский институт генетических ресурсов растений имени Н.И. Вавилова (ВИР) – Всероссийский институт генетических ресурсов растений имени Н.И. Вавилова (ВИР), su Всероссийский институт генетических ресурсов растений имени Н.И. Вавилова (ВИР) – Всероссийский институт генетических ресурсов растений имени Н.И. Вавилова (ВИР), 20 dicembre 2018. URL consultato il 14 maggio 2024.




